Campotenese, le segherie ottocentesche
Nel 1890 furono impiantate nel territorio di Campotenese due segherie a vapore. La prima in aprile dal messinese Andrea Pirandello in Acquafredda, la seconda in maggio al Corice dal goriziano Max Gentilli.
Il Gentilli, che negli stessi anni avviò anche una piccola segheria in Messina1, era agente di commercio ed esportatore di agrumi negli Stati Uniti.
La segheria del Corice, si legge negli Annali di Statistica per l'anno 1894, produceva tavole e tavolette di faggio per casse di agrumi destinate per lo più alla Sicilia2, ed era quindi collegata alle altre attività del Gentilli.
Legname era spedito anche in Puglia: nell'ottobre del 1895 il Gentilli ottenne una concessione annuale "relativa ad un abbuono sulla tassa di porto a tariffa ordinaria per i suoi trasporti di legname grezzo a carro completo da Spezzano-Castrovillari a Taranto, escluso il diritto fisso da mantenersi integrale, con vincolo di traffico minimo annuale di 6.000 tonnellate"3.
L'impianto disponeva di due motori a vapore per una forza complessiva di 40 cavalli che permettevano il funzionamento di 8 seghe, e impiegava 25 operai.
Ai primi del '900 fu acquistato dalla ditta di legname di Giuseppe Tripodi di Bagnara; la gestione del Tripodi fu piuttosto breve: nel 1906 la segheria era già stata rilevata da un Gerace della provincia di Reggio. Il successivo e ultimo passaggio, prima dell'abbandono, fu alla Rueping negli anni '20.
All'esportazione di agrumi doveva essere legato anche Andrea Pirandello, figlio di un Luigi (parente forse del più noto omonimo).
La segheria del Pirandello non ebbe lunga vita. L'assenza negli Annali del '94 indurrebbe a pensare che non fosse più in produzione in quel periodo. Un riferimento indiretto al suo funzionamento per gli anni precedenti, e a un probabile incidente, troviamo nei registri dello Stato Civile: nel settembre del 1891 il Pirandello, con un suo lavorante, Antonio Pontoriero di Gallico, si reca in Comune per dichiarare la morte di un altro lavorante, Giorgio Creazzo di San Roberto (entrambi gli operai della provincia di Reggio Calabria). Nel 1902 la segheria fu venduta all'asta. Non si hanno notizie di un'attività successiva.
A differenza dell'altra però la struttura non andò in rovina, dapprima trasformata in abitazione fu restaurata per farne l'agriturismo "Le Vecchie Mura" ed è attualmente abitazione privata4.
1. "Statistica industriale: notizie sulle condizioni industriali della provincia di Messina", in "Annali di Statistica", vol. 89 fasc. LXII, Roma, Bertero, 1897, p. 97.
2. "Statistica industriale: notizie sulle condizioni industriali delle provincie di Cosenza, Catanzaro e Reggio di Calabria", in "Annali di Statistica", vol. 73 fasc. LI, Roma, Bertero, 1894, p. 97.
3. "Monitore delle strade ferrate e degli interessi materiali", Torino, 1895, p. 691.
4. Ringraziamo Tonino Grazioso per avercene indicato l'ubicazione.